Cos’è lo Shodo?

Sul foglio bianco di carta di riso le tracce di un pennello espandono inchiostro nero.

Linea scure, morbide, sinuose, forti, energiche, aspre, sembrano disporsi casualmente nello spazio, in libertà …

Ad uno sguardo appena più attento subito appena evidente un ordine di composizione; emergono rapporti di pieni e vuoti, armonici e contraddittori; si percepisce un ritmo, un fluire dei gesti, una variabilità della forza e ancora qualcosa altro: ciò che i Cinesi indicano con la parola SHENYUN 神韻 e che tradotto letteralmente e’ “affascinare lo spirito” .

Siamo di fronte ad un’opera di Sho, ad una calligrafia…

In occidente la parola “calligrafia” evoca esercizi di bella scrittura d’altri tempi, l’opra paziente e minuziosa degli amanuensi, ma certamente niente che sia affine alla pittura o alla creazione artistica.

In oriente invece la calligrafia e’ intimamente legata alla pittura, e’ una vera e propria arte e come tale e’ anche una pratica di vita.

La parola Shodo 書道 ( Cina si chiama Shu Fa 書法) che viene comunemente tradotta con ” Arte della Calligrafia” e’ composta da due Kanji(carattere) :

Sho = arte della scrittura

Do = Tao = ricerca e comprensione della vita

ovvero :

“ricerca e comprensione della vita tramite la pratica della calligrafia”.

E’ quindi, innanzitutto, un’arte che implica un luogo apprendistato ed una pratica costante.

In oriente, si diceva, e’ intimamente legata alla pratica pittura, ne e’ anzi il fondamento. Un buon pittore e’ prima di tutto un buon calligrafo, dal momento che l’apprendimento delle due arti avviene parallelamente: entrambi infatti sono accomunate dai medesimi principi, utilizzano i medesimi materiali e si eseguono con procedure analoghe.

Come la pittura, l’arte dello Sho richiede innanzitutto la padronanza del tratto, l’immediatezza del gesto, la continuità del ritmo, il controllo della forza impresa al pennello e non tollera ritocchi o correzioni…

Così comprende sia necessario:

  1. Dedicarsi all’esercizio costante della tecnica dei tratti, che consente di arrivare alla spontaneità del gesto.
  2. Approfondire la conoscenza dei materiale.
  3. Attenersi ad una metodologia rigorosa.
  4. Arricchire la propria interiorità.

Ciò detto emerge una domanda: che cosa scrive?

Una parola, una frase, una poesia, una preghiera, ecc.

Ciò che importa e’ riuscire a trasmettere lo spirito, il senso, l’emozione o cosa si vuole, sul foglio, di modo che le parole colpiscano gli occhi, lo sguardo di chi le osserva.

Lo Shodo e’ una arte antica che si pratica con strumenti tradizionali e tuttavia sempre aperta a qualsiasi possibilità ldi arricchimento dello spirito e di espressione. Rimangono immutati i suoi principi. Li si e’ già accennati: ritmo, continuità del gesto, controllo della forza ecc..

Sembra che il grande maestro di calligrafia Wang Xi Zhi ( 303-361) 王羲之 , riferendosi al metodo con cui impugnare il pennello, abbia detto: “se intende scrivere un tratto, una linea, una curva, sia nello stile regolare che nel corsivo devi scrivere con tutta la tua forza ” .

In altre parole ogni tratto, ogni carattere e’ una espressione della forza dell’artista ( della sua interiorità, della sua anima ) .

Una composizione nel calligrafia in lo stile corsivo, la simmetria e ‘ abbandonata per realizzare una prospettiva spaziale con più fuochi. Si ricerca l’equilibrio nell’irregolarità e nell’asimmetria.

Anche quando i tratti del pennello e caratteri sono organizzati in posizione apparentemente sbilanciate, tuttavia c’e’ uno scheletro stabile che lega ogni elemento e ne costituisce l’armonia.

Una altro calligrafo e poeta, He Shao Ji 何紹基 (1799-1873), diceva: “lo spirito deve essere tondo ed il principio con cui si scrive e’ il cerchio”.

E infatti i gesti del calligrafo si compiono su percorsi circolari, senza soluzione di continuità, immediati e ritmati.

In ogni opera calligrafica infine potete notare uno o più ” marchi” rossi : sono i sigilli, una componente fondamentale dell’arte Shodo in quanto per un verso sono firme, emblemi dell’artista, per l’altro sono parte integrante dell’opera.

La loro collocazione, per la forma e per colore, non e’ casuale, bensì rispetta e rientra nelle esigenza espressive dell’artista. Per questo motivo un artista incide diversi sigilli (dimensione, disegno) da adattare ad ogni suo quadro.

Esiste un’arte dell’incisione dei sigilli, si chiama Tenkoku 篆刻.